VLADIMIR LO SCUSANTE
Oggi è il 9 settembre, ci troviamo nell’anno 1999 e la regressione moscovita suscita sgomento in quella che fu la popolazione dell’URSS. La Russia è un cantiere corruttivo aperto e le bellezze architettoniche vanno nettamente in contrasto con una periferia anoressica e priva di ogni sostentamento. Esistono due Russie: quella del kholodets e quella del kasha di Guriev, due piatti tipici; il primo realizzato con gli avanzi provenienti da feste d’élite, il secondo preparato con crema o latte intero, kasha di semola densa, vari frutti essiccati e conservati con l’aggiunta di una composta di frutta integrale russa. All’interno della fortezza, cittadella o castello, così viene definito il Cremlino, il Kasha di Guriev è molto apprezzato. Ed è così che probabilmente stiamo uscendo fuori tema o fuori binario. D’altro canto, come dire, basta far saltare il binario, esternare una qualche fantasiosa ragione e puff… possiamo proseguire la nostra intenzione.
Sulla falsa riga di quanto scritto, accade un qualcosa di sconvolgente. In una giornata di inizio settembre una forte esplosione colpisce Mosca. Un intero condominio esplode tra lo sgomento generale. Il “tabellino” mostrerà centinaia di cittadini civili russi vittime di un evento incomprensibile. Quattro giorni dopo, un secondo condominio ha fine analoga, raddoppiando il numero delle vittime. La paura e lo sbigottimento generale risulta più vivo che mai, soprattutto perché il popolo russo non sa darsi risposte a riguardo.
Ci troviamo nel periodo in cui, dopo essere stato nominato Primo Ministro dal Presidente in carica Eltsin, Putin viene designato anche come suo successore al Cremlino. L’ex capo del KGB oggi FSB, ad un anno dall’elezione presidenziale si ritrova così a dover far crescere la sua popolarità nei confronti del popolo russo. Un popolo svuotato dalla politica, dalle delusioni di una Russia dimensionata nella povertà e nello sconforto. Vladimiro però, mostra da subito la capacità di giovare nelle difficoltà altrui, capendo che quello di cui la gente ha davvero bisogno è un Eroe del popolo, ancor prima di un Leader. Ha praticamente bisogno di attrarre l’attenzione e il compiacimento della gente.
Ed è così che in una conferenza stampa avvenutasi subito dopo le due esplosioni, Vladimir Vladimirovič Putin concede a milioni di cittadini russi le risposte che cercano: "I terroristi Ceceni hanno attaccato il popolo russo. Sono stati i terroristi Ceceni a far esplodere i due palazzi".
Detto-fatto, se non che qualche giorno dopo la rivelativa conferenza stampa, succede qualcosa di alquanto strano, se non bislacco o comunque singolare: ci troviamo nella città di Rjazan’ e tre tizi, tre uomini sconosciuti, vengono visti portare delle enormi buste all’interno di un seminterrato di un palazzo, in un quartiere residenziale dove tutti si conoscono. Una cosa decisamente strana per quell’uomo affacciato al balcone e che con tremore e preoccupazione, visti gli ultimi eventi, rientrava in casa per telefonare alla polizia. Polizia che qualche minuto dopo, prontamente giunge sul posto, scoprendo che con quella chiamata, quell’uomo aveva appena salvato la vita a centinaia di cittadini russi, poiché del materiale esplosivo era stato ritrovato in quei sotterranei umidi.
Dopo poco e con una celerità commovente, in un posto di controllo sembra esserci un lestissimo lieto fine a questa vicenda con la cattura dei tre terroristi. Immaginate le facce di questi agenti che con ardore e dedizione fermano l’auto sospetta e pensando di arrestare dei terroristi ceceni, si ritrovano davanti ai loro occhi tre membri del FSB (servizi segreti russi). I quali verranno rilasciati dopo una chiamata del Cremlino. Ovviamente l’accaduto non passa inosservato e il Cremlino si ritrova a dover fronteggiare una conferenza stampa piuttosto imbarazzante, ma che viene velocemente liquidata con un: “è stato un disguido”, “si trattava di un’esercitazione per testare la prontezza della polizia”, aggiungendo, come se ce ne fosse il bisogno che l’FSB nulla aveva a che fare con gli eventi di Mosca.
Circa due settimane dopo le esplosioni la Russia invade la Cecenia.
Putin, poco dopo aver dato il via all’invasione si mostrò in una delle sue primissime conferenze stampa da Primo Ministro e futuro “candidato” alla presidenza di Russia, con una decisione disarmante: “I nostri aerei stanno bombardando in questo momento le basi dei Terroristi. Li seguiremo ovunque. Ovunque loro saranno noi li uccideremo. Le cose stanno così. Fine della storia”. In questo modo, Vladimir Putin si rivolgeva alla Russia in conferenza stampa.
Carri Armati, aerei, elicotteri, soldati entrarono in Cecenia per salvare il popolo ceceno dai terroristi, distruggendo qualsiasi cosa si trovasse davanti.
I mal pensanti, e probabilmente i più alienati neonazisti ed ex terroristi, come potrebbe essere la nostra “Nonna Terribile” Yelena Osipova, oppure la giornalista Anna Politovska, considererebbero quelle famigerate due esplosioni e quelle duecento morti, come un effetto collaterale premeditato, un mezzo, una scusante. La scusa di un uomo per invadere un paese.
Il suo appeal andò alle stelle subito dopo l’invasione della Cecenia, grazie ad una propaganda da Leader liberatore di un popolo oppresso, il che lo condusse a diventare il Presidente della Russia.
Putin: “Uniremo la Cecenia alla Russia per unire la Russia e per salvarla dai terroristi” 1999
Putin: “La Russia e l’Ucraina sono un unico popolo, va salvata dai neonazisti” 2022